Le Ville

Il territorio è disseminato di ville e tenute di proprietà di ricche famiglie mercantili fiorentine fin da epoche remote. A pertire dal XIV secolo quando - per citarne alcune- i Pucci, i Baldi, i Ridolfi, i Gucci, i Pazzi ed altre investono i loro capitali in queste terre opme, il solido bene tradizionale dotazione dei ceti più abbienti. La classe sociale dei proprietari rende conto della presenza di dimore così raffinate ma anche imponenti: tangibili segni della consistenza delle res familares di cui sono parte.

Villa di Galceto

Villa il Galeceto

Avvicinandosi al paese dalla via Montalese, il località Bagnolo, quando le case si diradano e lasciano ancora un poco spazio alla campagna vediamo, annunciata dall'oratorio di S.Isidoro, la villa di Galceto (non visitabile) che possiamo agevolmente oservare, rialzata com'è dal piano stradale, sulle ultime pendici del Monferrato.
La facciata è lineare ed elegante, a tre ordini di finestre, enfatizzata da un doppio scalone in bugnato liscio aperto da un portale; sul ballatoio, l'ingresso alla casa, leggermente rientrato è abbellito da tre archi incorniciati tra lesene concluse da capitelli ionici; statue delle 'Quattro Stagioni' decorano la copertura.
La dimora viene costruita da F.M.G. Buondelmonti nel XVIII sec. Su un'antica casa molto deteriorata. La villa passa poi di mano per eredità o vendite fino a giungere alla famoglia Doupoy di Livorno che lascia memoria di sé a Montemurlo per la sua generosità. Una curiosità: la casa accolse, quale passeggero ospite estivo, il poeta Giosuè Carducci che ne ammirò la bellezza e la comodità.

Villa Strozzi

Villa Strozzi

Proseguendo per questa via sulla strettoia che di poco precede il ponte sul torrente Bagnolo incontriamo la magnifica villa Strozzi (non visitabile).
La casa conserva la misura che le viene dalla sua attitudine d'uso: di ricca dimora ma anche di luogo di lavoro degli abitanti, vissuti stabilmente fino a metà dello '800 e poi solo in soggiorno estivo. Abbiamo attestazioni certe della famiglia fiorentina degli Strozzi come proprietaria della villa dal XVI secolo, epoca nella quale un membro di questa, Piero Strozzi, diviene parte viva della storia locale durante la congiura dei fuoriusciti fiorentini contro il potere di Cosimo de' Medici.
Salendo lungo il viale d'accesso alla villa si ha l'impressione di una calma e misura che viene dalla semplicità dell'impianto architettonico della dimora: una costruzione regolare e allungata con un corpo centrale più elevato e coronato centralmente da una torretta. Uno scaloncino a due rampe dà l'accesso al piano nobile della villa. La facciata semplice è caraterizzata da tre ordini di finestre incorniciate semplicemente da fascie in pietra serena; il retro è speculare.

Villa Pazzi

Villa Pazzi
Oltrepassato il ponte di Bagnolo scorgiamo il folto verde che racchiude villa Pazzi a Parugiano (non visitabile).
La dimora assume l'attuale aspetto di villa rinascimentale -con belle facciate pulite segnate da finestre importanti incorniciate di pietraserena- nel corso del '500 quando l'antica struttura di casa di campagna divisa in vari edifici adibiti ai lavori agricoli riuniti attorno ad una corte (cortile) per prendere la forma detta 'Palazzo', più decorosa, più adatta alle esigenze dei signori fiorentini che non vengono solo a sorvegliare il lavoro dei propri famigli ma anche a ricrearsi dalle 'cure' della vita cittadina.
Documenti medioevali ci riferiscono l'esistenza di una 'turris Palusiano' appartenente ai Conti Guidi che poi constatiamo esser divenuta, forse nel XIV secolo -quando i grandi mercanti fiorentini presero a costruirsi i propri 'feudi'-, dimora magnatizia della famiglia dei Pazzi il cui nome al luogo attraverso il ramo genealogico di Caterina Lucrezia Pazzi santificata nel '600 col nome di Maria Maddalena che visse a lungo in questo luogo al quale rimane legata dal filo di una leggenda.
L'edificio conserva, nonostante le varie vicissitudini architettoniche, un'impronta spiccatamente cinquecentesca, epoca nella quale si arrichisce della Capella gentilizia. Questa, che consiste in una semplice sala rettangolore preceduta da un atrio, è lo scrigno di un tesoro d'arte infatti accoglie la preziosa serie di affresci di Giovanni Stradano raffiguranti vedute di ville conventi e castelli toscani fra i quali il borgo della Rocca di Montemurlo che viene rappresentato vivo e realistico, secondo il gusto del pittore di Gruges. Ammiriamo inoltre le immagini di Dio 'Padre', della creazione del mondo, della creazione dell'uomo, del paccato originale nello splendido giadino dell'Eden, del Giudizio Universale nel quale i peccatori si affolano trepidanti per ricevere l'ultimo verdetto mentre la morte attende lugubre le sue definitive ed eterne vittime.
La bellezza e l'esemplarità della sua opera fanno della piccola cappella una meta di studiosi internazionali.

Villa del Barone

Villa del Barone

Prendendo a salire per la via detta di 'Bagnolo di sopra' si giunge facilmente alla villa del Barone (non visitabile), situata sulle pendici del monte Iavello a dominare la piana lungo la strada verso Albiano. Questa è una delle più belle ville della zona e certo la più imponente.
La grandezza della dimora è simbolo del carattere e dello stato sociale raggiunto dal suo antico commitente: Bartolomeo -detto Baccio- Valori che nella prima metà del XVI secolo viene dichiarato senatore del nuovo principato mediceo di Alessandro, sorto dalle ceneri della repubblica fiorentina. All'ottenimento di questa 'dignità' dà l'avvio ai lavori che si susseguono col tempo e poi col cambio di proprietari: i Panciatichi -fiorentini-, i Rossi di Parma, i Tempi di Firenze e infine il pittore Cristiano Banti (1824-1904).
La sontuosa dimora, circondata da un ampio giardino, ha tuut'ora -nonostante i gravi danni del tempo (attualmente è in restauro)- un aspetto maestoso rinforzato dai cantonali in bugnato d'arenaria, alberese e macigno, sulla facciata si svolgono due ordini di finestre e il portale, enfatizzato dal grande orologio, incorniciati anch'essi in bugnato. L'interno, altrettanto ricco, è decorato, secondo il gusto barocco e neoclassico.

Villa Giamari

Villa Giamari

Giunti in paese, sull'attuale piazza Fornacelle, vediamo villa Giamari, detta anticamente 'della fornace'. Al piano terreno e la limonaia la sede della Biblioteca Comunale "Bartolomeo della Fonte", il centro gioco educativo "Il libro parlante" e il Bar (aperto nel periodo estivo).
La villa è di costruzione cinquecentesca ed appartenne, con numerosi poderi circonstanti alla famiglia Villani di Pistoia ed alla sua estinzione, alla fine del '700, passò ai Giamari una ricca famiglia borghese di origine armena.
Villa Giamari, d'aspetto più semplice delle altre ville viste, ha facciate lineari, portali incorniciati in bugnato liscio e finestre prive di decori. Nel corso del '700 e dell' '800 la villa venne ristrutturata con sufficiente rispetto per le sue forme cinquecentesce.

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